Inquinamento acustico aziende

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studiomarotta81
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SAPETE SE LA VOSTRA ATTIVITÀ PRODUCE INQUINAMENTO ACUSTICO?

Molte attività produttive e commerciali hanno fonti di rumore che possono non essere conformi ai limiti di legge, ricadendo nella definizione di inquinamento acustico. Questo può essere sanzionato dal Comune o dalla Procura e portare rapidamente al fermo degli impianti o di parte dell’attività: è meglio prendere le opportune misure per mettersi in condizioni di rispetto delle norme acustiche vigenti.

Gran parte delle nuove realtà produttive invece sono obbligate per legge a presentare una relazione previsionale di impatto acustico nelle pratiche di inizio attività per garantire che non produrranno inquinamento acustico.

In molte situazioni produttive (piccole aziende, officine, laboratori artigiani, ecc…) sono presenti varie fonti di rumore: impianti e lavorazioni di produzione, ventole di impianti di aspirazione, muletti per carico e scarico, ingresso/uscita di automezzi, ecc.

Per capire se queste fonti di rumore sono nei limiti legali oppure no bisogna metterle in relazione la loro intensità sonora con altri fattori:

– la classe della zonizzazione acustica dell’area dove risiede l’attività. Ogni territorio comunale è suddiviso in zone acustiche in base alla composizione di abitazioni ed attività produttive. Ogni zona ha differenti limiti di immissioneed emissione acustica. In base ai limiti della zona in cui risiede l’attività produttiva (e dei recettori più sensibili al rumore prodotto) si può valutare se c’è oppure no dell’inquinamento acustico.

– E’ importante conoscere bene il livello del rumore ‘di fondo’ (tecnicamente detto livello ambientale residuo) della zona in cui risiede l’attività. La legge amministrativa chiede di verificare che il livello sonoro immesso alla casa dei vicini non sia troppo alto rispetto a questo livello di base. Si chiama “criterio differenziale”: si misura sottraendo il livello immesso meno il livello di questo rumore di fondo della zona (quindi il rumore ambientale non legato all’attività in esame) e questa differenza non deve essere superato per più di 5 dB nel periodo diurno e 3 dB nel periodo notturno dal rumore prodotto dall’attività.

NB Il criterio differenziale è molto penalizzante per chi lavora la notte e ancor di più per chi ha abitazioni molto vicine o addirittura nello stesso edificio.

L’inquinamento acustico può essere sanzionato dopo le opportune verifiche fonometriche da parte dell’ARPA provinciale (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) dal comune e/o dall’ARPA stessa, oltre alle sanzioni obbligano a un piano di bonifica acustica e controlla che sia stato realizzato con misure di verifica post operam.

Purtroppo se la situazione va in Tribunale si applicano limiti ancora più restrittivi e la situazione può diventare ancora più difficile.

E’ quindi sempre meglio far controllare ad un tecnico competente in acustica ambientale tutte le fonti sonore presenti in una attività produttiva e ottenere una dichiarazione di conformità alle norme di legge.

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